Recensione album "Amore gigante" di Gianna Nannini

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di Buttari Lia

È uscito il 27 ottobre il nuovo album di Gianna Nannini intitolato "Amore gigante", il diciottesimo album di inediti che dopo il successo di "Hitalia" e "Hitistory", la riporta alla sua dimensione di unica cantautrice rock italiana famosa in tutta europa.


A quattro anni dall'ultimo disco d'inediti "Inno" , i quindici nuovi brani di "Amore gigante" tracciano un viaggio più rock negli stati d'animo, un'autentica esplorazione emotiva con il marchio inconfondibile della cantautrice senese, dove i testi non racconta l'amore come un'esperienza appagante, ma per lo più come una fatica.

"È un disco sull'amore liberato dalla rabbia e dai conflitti che sono insiti nei rapporti"

Nonostante racconti di un amore tormentato, non è un album pessimista e malinconico: i ritornelli, anche quelli che cantano il rimpianto e la confusione emotiva, riecheggiano come celebrazioni e delle esaltazioni.

Prodotto con Will Malone, Alan Moulder e Michele Canova Iorfida, la Nannini è riuscita a dare al disco un'omogeneità nello spirito e nei suoni che fanno di "Amore gigante" un'opera completa, con una vesta decisamente più pop e contemporanea, raggiunta attraverso un giusto ed equilibrato mix tra rock, archi (suonati magistralmente dalla London Session Orchestra) ed elementi elettronici. In questo disco, registrato tra Los Angeles e Londra, è stato fatto un lavoro in sottrazione sulla voce della Gianna Nazionale eliminando gli orpelli barocchi e lasciando scendere la musica fin dentro al cuore.

Per questo nuovo progetto discografico, per il quale la cantautrice aveva a scrivere i brani quattro anni fa, ha collaborato con fidati autori, come Pacifico e Isabella Santacroce, ma anche con giovani autori, che rappresentano una nuova generazione di cantautori, come Annalisa che firma il brano "L'ultimo latin lover", Fortunato Zampaglione, con cui ha scritto la titletrack, Francesco Bianconi, Davide Petrella e Dario Faini.


Oltre al singolo "Fenomenale", risaltano all'ascolto brani che rappresentano un'evoluzione nei suoni e negli arrangiamenti, come in "Cinema", una ballad soffusa che fa da biglietto da visita a tutti il lavoro che un inciso di grande apertura, dove emergono riferimenti di certo non nascosti alla sacralità dell'amore e alla libertà di viverlo indipendentemente dal sesso.

Non mancano le ballad "alla Nannini" come "Tutto quello che voglio", con un testo pieno di quella fiammeggiante dolcezza che illumina l'amore che nasce, raccontando prima il senso di smarrimento e poi la passione che porta due anime a diventare una sola, il tutto cullato dagli archi. Si candida ad essere uno dei prossimi singoli di questo album "Piccoli particolari", il cui titolo diventa un irresistibile ritornello con un azzeccato gioco di archi.

Per Gianna Nannini "Amore gigante" rappresenta un cambiamento rispetto al suo modo di cantare rispetto ai precedenti album, ma ciò che rimane intatto e intoccabile è la sua capacità di raccontare le emozioni e le sensazioni avvolgendole con melodie e suoni che le supportano valorizzandole.