Recensione album "Start" di Luciano Ligabue

  • Stampa
Valutazione attuale:  / 2
ScarsoOttimo 
di Buttari Lia

A tre anni dal precedente album "Made in Italy", Luciano Ligabue torna con un nuovo progetto discografico intitolato "Start", uscito l'otto marzo per la Warner Music.


Per la prima volta non è la band storica del cantautore di Correggio a suonare gli arrangiamenti, ma saranno comunque al suo fianco durante il tour. La produzione e gli arrangiamenti sono stati curati da Federico Nardelli, che ha realizzato su di essi un lavoro deciso anche se nella continuità rock del cantante emiliano.

"Start" è completamente opposto a "Made in Italy", non è un concept album e presenta i temi di sempre delle canzoni di Ligabue. È un disco diretto ed essenziale, come emerge già dal titolo, sia per la quantità di musica che per la qualità.

A livello di suoni ha sempre la tipica impronta rock, ma presenta un suono contemporaneo, con una attenzione alla parte ritmica. Tra le canzoni emergono subito i due singoli: "Luci d'America", che rappresenta una dichiarazione d'intenti dell'album, brano in cui viene messa in musica la contrapposizione caratteriale di Luciano e della sua compagna, e "Certe donne brillano", una canzone d'amore per una donna e per le donne, con un riff di chitarra e una doppia cassa che rimane in testa.


Il brano che apre il disco è "Polvere di stelle", con un giro di chitarra potente che dona potenza al pezzo con un ritornello che ricorda che la rivoluzione passa dalla relazione con l'altro, quasi un invito a venire a vedere, a conoscersi in profondità, al di là delle apperenze e delle maschere, perché tutti hanno bisogno di qualcuno che cambi il nostro mondo.

In "Ancora noi" Ligabue affronta un tema a lui caro, quello dell'amicizia. Il testo viene sostenuto dal basso e da un ritmo accattivante. "La cattiva compagnia" è la canzone più aggressiva del disco con una batteria elettronica e un riff hard rock.

In "Start" non mancano le ballad. In "Vita morte e miracoli", il pezzo più minimale e il più emozionante, troviamo una chitarra acustica che si unisce alla voce di Ligabue e al suono delicato di un piano. "Mai dire mai" ha un arrangiamento di un lento soul d'annata che fa da sfondo al racconto di una storia d'amore.

Ligabue in "Io in questo mondo" racconta il palco dal suo punto di vista. Il brano parte in modo minimale e va in crescendo, risultando la canzone più intima del disco.


In "Start" il cantautore emiliano si racconta senza filtri, fotografando l'uomo che è oggi: un uomo maturo che torna a parlare di se stesso in prima persona, in maniera schietta come non aveva fatto prima, raccontando ai suoi fan la sua vita.